C’è un Angelo, a Roma, che pur essendo Vicecaposquadra è a tutti gli effetti il braccio destro della Coordinatrice Roberta Corrias “Bebba”.
Questo Angelo è Attilio Garcea, 45 anni, detto Attila. “Non perché mi ispiri al re barbaro che voleva distruggere Roma, ma perché gli amici storpiavano Attilio in Attila” scherza.
Dal 9 marzo, con l’arrivo dell’emergenza Coronavirus, a Roma gli Angeli operativi restano soltanto due: la Coordinatrice, Bebba. E lui, Attila. Tutti gli altri fanno un passo indietro: o per paura di poter contagiare i familiari, o perché in quarantena.
Così, rimasti soli, Bebba e Attila devono fare non per due, ma per dieci. A testa. E sono operativo ogni giorno, molte ore al giorno. Anche perché continuano ad aiutare i senzatetto sulla strada, donando cibo e vestiti. E inoltre distribuiscono mascherine, disinfettanti, guanti..
“Bebba è stata straordinaria: mi ha trasmesso la carica di non mollare, e con lei siamo andati avanti come un carro armato!” dice Attila.
Su richiesta dei Municipi di Roma i due portano, quotidianamente, generi alimentari ad anziani soli e disabili. Portano in ospedale chi (non essendo malato di Covid) ha bisogno di andarci ma non ha i mezzi. Raccolgono cibo per gli animali del Circo Togni, che rischiavano di morire di fame dopo che il circo non poteva più fare spettacoli. Incredibile che due soli volontari siano riusciti a fare così tanto.
Per fortuna arrivano gli aiuti. Attraverso l’Assessore ai Servizi sociali del Primo Municipio Bebba e Attila ottengono uno spazio adiacente alla Stazione Termini in cui depositare cibo e vestiario da distribuire. E la casa automobilistica Mazda fornisce agli Angeli romani due auto ecologiche con cui poter erogare meglio il loro servizio.
Nei mesi di marzo e aprile gli Angeli di Roma restano in due. Ma valgono per venti. Vengono intervistati da Agorà (Rai3), dalla Vita in diretta, da Repubblica, dal Messaggero, dall’Ansa…
“C’è un’immagine che più di tutte mi è rimasta impressa nel cuore – confida Attila. – E’ quella di un bimbo di tre mesi che dormiva sereno nel suo passeggino. La sua è una famigli indigente, le abbiamo portato più volte il latte per il piccino. Ecco, pensare a quel cucciolo mi dà la motivazione ad andare avanti. In due.”
Oggi molti Angeli di Roma hanno ripreso il servizio. Ma i due mesi passati resteranno per sempre indelebili nella memoria di Bebba e di Attila. Che è anche maestro di karate. E ci dedica una frase che il suo maestro giapponese gli dedicò: “Non pensare a dove puoi arrivare, ma provaci sempre!”
Bebba, la Coordinatrice di Roma, ha avuto ed ha in Attila un appoggio indispensabile: “Siamo partiti in questa emergenza con zero appoggi e zero strumenti, solo io e lui – dice commossa. – Lui non mi ha mai abbandonato. Siamo sempre stati insieme, sette giorni su sette. Io ho dato la carica a lui, e lui a me… insieme siamo una forza!”