I City Angels aiutano i senzatetto. Sulla strada, e nei centri d’accoglienza. Ma sono rari gli Angeli che li ospitano a casa loro. Luigi Rondani “Umby”, 39 anni, è tra questi pochi volontari che si prendono la briga di portarsi il clochard a casa. E di trattarlo come un fratello.
Umby è nato a San José, la capitale del Costarica. Orfano. Ha trascorso i primi anni di vita in un orfanatrofio. Ricorda con dolore quegli anni: “Quando le coppie venivano a prendere un bambino da adottare, pregavo sempre che fossi io. E quando se ne tornavano a casa con un altro piangevo a dirotto: cosa c’è in me che non va, perché non mi vogliono?, mi chiedevo disperato”.
Infine lo adotta una coppia italiana. Che gli trasmette il suo cognome, Rondani, e lo porta a Parma. Dove lavora come guardia giurata. Durante il lockdown perde il lavoro. E decide di utilizzare bene il suo tempo: aiutando i più deboli. Entra nei City Angels, come ausiliario. E si prodiga, insieme con gli altri Angeli, per aiutare i clochard che nei mesi più drammatici della pandemia rimangono, soli e abbandonati, sulla strada.
“In quei mesi terribili ho aiutato diverse persone sole, portando a casa la spesa e tutto ciò di cui avevano bisogno – ricorda. – Inoltre mi sono adoperato, gratuitamente, per approntare strutture anticontagio per i commercianti e fornivo mascherine lavabili a chiunque ne fosse sprovvisto: allora le mascherine erano irreperibili”.
Tra i clochard che Umby incontra c’è Franco Artoni, un uomo di mezza età. Mangiava una volta al giorno grazie al sacchetto alimentare che gli veniva fornito dai City Angels o da altre associazioni. E dormiva per strada, vicino alla stazione.
“Nonostante l’aspetto gravemente trascurato, causato dalla sua condizione di senza tetto e dall’abuso di alcool, ho notato in lui un carattere mite e pieno di tristezza che mi ha colpito – dice Umby. – Dopo aver saputo i suoi problemi e le sue delusioni, ho deciso di aiutarlo a riprendersi e a ritrovare la dignità. Così mi sono dato fare per farlo ricoverare nel centro di disintossicazione presso la casa di cura “Citta di Parma”. Durante le visite che gli facevo in quel periodo, di volta in volta mi confermava la ferma intenzione a risolvere i suoi problemi. E così è stato. Mi ha dato un’enorme gioia! Quando è uscito dal ricovero si è presentato il problema di trovargli una soluzione abitativa. Non abbiamo trovato niente, così gli ho messo a disposizione un locale nella mia casa. Successivamente, la Caritas lo ha accolto nel dormitorio comunale dove tutt’ora si trova”.
Ma questa commovente storia di solidarietà non è finita: Franco, colpito da tanto amore, ha nel frattempo deciso di abbracciare lui stesso gli ideali umanitari dei City Angels. Ed insieme con Umby ha frequentato, ai primi di settembre, il corso di formazione per diventare volontario, assumendo il nick di Cico.
E’ luglio quando Cico lascia la casa di Umby per andare nel ricovero della Caritas. Ed ai primi di agosto un amico di Umby gli segnala di avere notato, da diverso tempo, una persona anziana che dormiva su una panchina in una via vicino alla sua casa.
E’ così che Umby conosce il senzatetto Gilberto: 84 anni, vedovo, senza residenza ma originario di Parma. Rimasto solo, ha deciso di ritornare nella sua città. Ma non essendo residente non ha diritto ad alcun aiuto dagli enti preposti. “A quel punto non potevo far altro che ospitarlo in casa, come avevo fatto con Franco” dice Umby. Che lo terrà in casa fino a quando non sarà possibile superare gli intoppi burocratici. E dare, finalmente, una sistemazione decente a un uomo così fragile e bisognoso.
Giancarlo Ruberti “Black”, Coordinatore di Parma, è a dir poco entusiasta di Umby. “Era un angelo prima ancora di entrare nei City Angels – dice, commosso. E aggiunge: “Grazie a lui abbiamo con noi anche un’altra bellissima persona: Cico. E’ la prima volta che accettiamo un senzatetto tra le nostre fila: la regola è che non puoi aiutare gli altri fino a quando non hai risolto i tuoi problemi. Ma Cico è speciale. Come Umby. Benché non abbia una casa sua, pensa prima agli altri che a se stesso. Ed è sempre dolce, solare, sereno. Proprio come Umby!”